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In una lettera a un ragazzino della foresta che non ha mai visto nulla del progresso, le scomode veritŕ della regina ashanti Nana Konadu Yiadom che, dopo aver vissuto a lungo in Italia (18 anni come colf, a Schio), č tornata per sempre al villaggio di Besoro, il suo villaggio, immerso nella giungla subtropicale del Ghana. La regina spiega a Kofi cosa sono le macchine, i palazzi, le strade, gli uomini che vivono di progetti, di costruzioni e di corsa. Racconta del suo incanto ma anche di un vuoto di serenitŕ e di infinito. Racconta del suo desiderio di tornare alla semplicitŕ del villaggio e di portare con sé solo un pezzetto del nostro mondo: una piccola scuola, un piccolo ospedale, un pozzo. Voleva a Besoro piů istruzione e meno malattie. Li ha avuti con l'aiuto di un gruppo di amici italiani. In quella foresta ora la gente si ammala di meno, vive piů a lungo e conosce un po' il mondo. Tutte cose indispensabili, ha pensato anche lei ragionando con la testa dell'uomo bianco. Ma si č trovata di fronte a una triste realtŕ: il piccolo pezzo di mondo occidentale si č rivelato il germe di una grande malattia. Una malattia che iniziava a spegnere la luce della sua terra, legata da millenni ai ritmi della natura. La malattia delle cittŕ. Prefazione di Massimo Fini.